di Redazione
Un intervento di recupero restituisce splendore a un simbolo dell’arte artigiana campobassana del Novecento.
Torna a risplendere uno dei due lampioni monumentali in ferro battuto che accolgono i visitatori all’ingresso di Villa de Capoa, tra i luoghi più amati e rappresentativi di Campobasso. Dopo anni l’opera è stata sottoposta a un accurato intervento di restauro conservativo, nell’ambito delle iniziative promosse per la riqualificazione dell’arredo urbano cittadino. Il lampione, risalente al 1933, è una creazione di Salvatore “Salvaturielle” Tucci, figlio di Pasquale, appartenente alla storica e rinomata bottega dei protagonisti della tradizione campobassana del ferro battuto nel secolo scorso. L’intervento ha riguardato in particolare la ricostruzione delle due ricciolature poste alla base della struttura, mancanti da oltre dieci anni per cause non chiaramente accertate — forse un furto, un urto accidentale o i danni provocati dagli spartineve. Le nuove parti sono state forgiate a mano da un artigiano locale, nel pieno rispetto del disegno originale e delle antiche tecniche di lavorazione, restituendo così al manufatto la sua armonia originaria e il valore artistico che merita. Con il restauro del lampione, l’amministrazione comunale ribadisce la volontà di preservare e valorizzare il patrimonio artistico e identitario della città, rendendo omaggio a una tradizione artigiana che ha contribuito a definire l’estetica e la memoria collettiva di Campobasso. Un piccolo ma significativo gesto che, oltre a restituire bellezza a Villa de Capoa, ricorda a tutti l’importanza di custodire i segni tangibili della storia e del saper fare locale, perché — come affermano gli stessi promotori dell’intervento — “abbiamo il dovere di conservare e valorizzare nel tempo ciò che il passato ci ha donato.”































