di Christian Ciarlante
La giornalista maltese, 53enne, è morta in seguito all’esplosione della sua auto il 16 ottobre 2017. Aveva fatto tremare i poteri forti di Malta con le sue numerose inchieste, tutte documentate, portando alla luce numerosi scandali.
Aveva anche sporto denuncia contro ignoti in seguito a minacce di morte. Si era occupata di vicende molto delicate che riguardavano politica, finanza e malaffare pestando i piedi a persone molto in alto, compresa la criminalità. La più importante inchiesta a cui Galizia aveva lavorato era quella dei MaltaFiles. Si era occupata anche dei Panama Papers, del traffico di droga e dei rapporti tra Malta e l’Azerbaigian.
Il suo ultimo articolo, pubblicato prima della sua tragica scomparsa, è un duro atto d’accusa contro il potere. Le sue ultime parole scritte sul blog sono state: «Ci sono ladri ovunque. La situazione è disperata»
L’affondo sul primo ministro laburista, Joseph Muscat, uno degli obiettivi delle indagini e delle critiche di Daphne, è durissimo. “Il governo di Malta ha permesso che si alimentasse una cultura di impunità. Muscat si difende e promette indagini rigorose per scoprire i responsabili dell’efferato omicidio della giornalista.
L’ultima beffa, Daphne Galizia, l’ha subita da un sergente che dovrebbe indagare sull’attentato, e invece, esulta sui social per la sua morte: “Alla fine tutti hanno quello che si meritano, sono contento :)”. Ha aggiunto anche una emoticon sorridente. La replica di Matthew, figlio della giornalista, non si è fatta attendere: “Viviamo in uno Stato mafioso”. E attacca il premier Muscat: “Ha riempito il Paese di corrotti e incompetenti”.
Daphne Caruana Galizia era una di quelle giornaliste che spesso vengono definite scomode. La sua colpa è stata quella di svolgere con passione e professionalità il mestiere che amava. Raccontava al mondo la verità senza filtri e senza temere ritorsioni. Una giornalista che merita tutta la nostra stima e rispetto: una donna con gli attributi!






























