Siamo alle solite, avrebbe detto il mitico Calimero, l’immaginario pulcino piccolo e nero. Immaginario come la possibilità del salvataggio dell’ex stabilimento Unilever, nero come il cielo di Pozzilli che non di certo riesce, neanche grazie al soffio di vento alitato da sindacati che urlano, ogni tanto, la felicità per l’imminente festa a suon di rullanti accompagnati da fiumi di champagne, farsi ammirare nella sua splendida bellezza del suo azzurro. In tarda serata del 15 ottobre 2025, propinatamente e artatamente, viene diffusa l’ennesima nota dell’ennesimo rinvio, della ennesima riunione sindacale, che avrebbe dovuto tenersi prima l’8 ottobre, poi rinviata al 16 ottobre 2025, e alla quale avrebbe dovuto presenziare l’assessore regionale Gianluca Cefaratti, accompagnato dal vice presidente della Giunta Regionale Andrea Di Lucente, come da questi rappresentato nella riunione dello scorso 18 settembre. Una telenovela che si tinge ancor più di profondo rosso, a causa della recente pronuncia del TAR Molise che definitivamente mette fine alla telenovela ai presunti incontri romani, e della documentazione richiesta dall’ente erogatore del finanziamento – Invitalia – alla proprietà attuale, la P2P in capo alla famiglia Civitillo. Una sorta di risico o meglio del gioco della bandierina, che ha visto usare, purtroppo in malo modo, la docile pazienza di operai ormai allo stremo della sopportazione. Sindacati che hanno creduto nella chiacchierata buona sorte, tra un barlume di luce e il buio pesto, da chi del futuro dell’ex Unilever, della sua conversione in lavorazione di plastica per una quantità incommensurabile, sicuramente importa ben poco, si sono, finalmente, speriamo tutti, resi conto che ormai le chiacchiere sono tornate al mittente che ancora escogita meline per prender tempo o per tramutare il suo pensiero industriale in una confitta da addebitare a altri, se non addirittura, oltre che alla politica locale, al Ministero competente tramite proprio Invitalia. Centonove milioni di euro la richiesta per favorire la conversione che, chiaramente, nello sbandierare una rinascita del polo della Piana di Venafro, avrebbero stravolto probabilmente le sole tasche di qualcuno e non di certo di una realtà qual è la regione Molise, sia in termini di biodiversità, di inquinamento, di occupazione. Il Molise è una favola che si tramuta in gioco e i giocatori, spesso “forestieri”, aprono le porte a speranze ripagate dalla mitezza e grande fedeltà alla propria terra, di un popolo fiero, mai domo ma decisamente garbato e umilmente pronto a lavorare senza costruire teoremi o lancinanti irriverenze nei confronti di chi fa credere di poter essere il loro “salvatore”. Unilever, multinazionale mai in crisi, ha avuto tanto dal Molise e decisamente non doveva, seppur avendo nei tempi passati, dato, andar via mostrandosi avidamente connessa con il solo mondo del profitto. La P2P non di certo avrebbe dovuto mostrarsi per ciò che purtroppo si è manifestata nel non garantire continuità, anche solo per l’investimento quasi a zero euro per l’acquisto di immobili e nuove prospettive. La politica regionale, anch’essa non del tutto attenta a garantire il passaggio sena traumi, ha profuso quanto poteva ma ora è decisamente chiamata in causa affinché tutto non si tramuti nell’ennesima presa d’atto che il Molise è seduto alla tavola dell’indigenza e dell’inutilità d’esistere. Si parla di allargamento della Giunta, della Sanità che non consente un’adeguata salvaguardia dei diritti fondamentali per i cittadini, che necessariamente ne devono usufruire, di trasporti inesistenti, di logiche di spartizione tra i partiti di maggioranza e di opposizione, di tubi lunghi decine di chilometri che dovranno convogliare l’acqua dal Molise alla Puglia, si arride ai temporali che inondano di acqua sporca le fogne non più idonee alla sopportazione. Si parla si parla ma non si arriva mai a niente, canta una splendida canzone di Lino Rufo che analizza il moto del mondo abitato da esseri viventi, si torni a difendere l’onore, la dignità, la coerenza e soprattutto la laboriosità dei cittadini che, nonostante tutto graziano il forte e aiutano i deboli nella piena consapevolezza di essere orgogliosamente molisani. La sentenza del Tar Molise a seguito del ricorso della P2P nei confronti di Invitalia di certo vuol significare molto per chi ha a cuore la regione tutta, sproni ognuno di noi al confronto e soprattutto alla libertà di dire le cose come stanno e favorire una sorta di scatto di reni che, al gran portiere permette di salvare la propria squadra dal gol degli avversari, così potrebbe salvare la regione, almeno nella sua splendida condizione di orgoglio. Non si aspetti nessun fantomatico ulteriore incontro al Mimit, o quello richiesta a S.E. il Prefetto di Isernia che ha già informato gli attori della infinita partita, si agisca in nome del popolo e si delinei una reale condizione di salvaguardia del lavoro, della dignità di chi ne consegue vitale sostegno, di chi ancora non prepara le proprie valigie per, nel pianto, andar altrove. Martedì, grazie ad un’ulteriore interrogazione, se ne parlerà in Consiglio Regionale, speriamo che dalla totalità dei presenti ci sia lo sperato e unanime suono di tromba!
Redazione






























