di Redazione

Il termine è fissato doveva essere il 29 agosto 2025, almeno secondo le ultime comunicazioni ricevute dagli organi ufficiali. Ma chi ha avuto modo di osservare lo stato reale del cantiere sa bene che si tratta di una scadenza priva di fondamento. A dirlo è l’Arch. Franco Valente – il quale nel corso di una passeggiata nei pressi del complesso, ha potuto constatare quanto il cantiere sia ancora lontano da una conclusione reale. «A vedere lo stato del cantiere ho l’impressione che noi che abbiamo una certa età dovremo pregare molto S. Francesco se vogliamo sperare di vedere i lavori ultimati mentre siamo ancora in vita… Anzi credo che pure la prossima generazione di giovani venafrani si deve raccomandare al Patrono d’Italia se vuole sperare di entrare in questo monumento restaurato. In qualità di Conservatore Onorario (poco amato dalla Giunta Comunale di Venafro) sto preparando una nota di raccomandazioni all’arch. Sergio Petrecca, collaudatore, che è persona seria. Sto per chiedergli di rivedere tutta la procedura di gestione dell’appalto che stabiliva che l’offerta prevedesse addirittura un miglioramento della progettazione rispetto a quella predisposta dal Ministero d’intesa con il Comune. Sono convinto che non accadrà nulla. Da NOVE MESI sto chiedendo al Procuratore della Repubblica di Isernia di interrogarmi nella qualià di persona informata dei fatti per la scandalosa conduzione dei lavori di Via Caserta, ma il magistrato mi ignora totalmente. Egualmente la Corte dei Conti e l’Autorità di Controllo sui pubblici Appalti. Non so più a chi rivolgermi. A Venafro i diritti dei cittadini son un optional… UN MURO DI GOMMA. Una cosa è certa: se fossero false le cose che dico starei già sotto processo.» Di fatto i ritardi sono gravi e sistematici, e non si parla solo di settimane, ma di mesi se non anni di differenza rispetto al cronoprogramma iniziale. I lavori avrebbero dovuto concludersi molto tempo fa — i primi annunci parlavano addirittura del 2024 — ma tra rallentamenti tecnici, varianti e una gestione discutibile, ci troviamo oggi con un monumento storico bloccato e inaccessibile. La data del 29 agosto 2025 doveva segnare il termine dei lavori. Un giorno simbolico, quasi liberatorio, per chi aspetta da anni il ritorno di questo spazio alla collettività, ma il cantiere è ancora in alto mare. Anzi, si sollevano anche dubbi, evidentemente da verificare, sulla proprietà del convento di San Francesco che potrebbe non essere di proprietà del Comune di Venafro.
Se il bene non è comunale, ci troviamo davanti a un paradosso: fondi pubblici spesi su un immobile non pubblico, e quindi soggetto a contenziosi futuri, vincoli d’uso e limiti di destinazione. Insomma, la situazione potrebbe e dovrebbe essere molto più chiara e perciò viene spontaneo chiedere: chi controlla tutto questo? La figura centrale per la regolarità tecnica, amministrativa e contabile dell’appalto è il RUP – Responsabile Unico del Procedimento. A lui spettano le responsabilità dirette sui ritardi e sulla regolarità della gestione. Ed è da lui che il Comune e la cittadinanza devono esigere risposte formali proprio su questioni importanti come: la verifica della proprietà dell’immobile; lo stato reale dell’opera; il cronoprogramma dei lavori aggiornato; l’applicazione di eventuali penali contrattuali; e perché no, eventualmente chiedere alla Magistratura e agli enti di controllo di intervenire. Il silenzio istituzionale non sempre è una risposta, così come il fatto che se tutto viene ignorato può significare una smentita. E se questo silenzio fosse un’ammissione?

 

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