di Redazione
Nel cuore del Molise, una delle regioni italiane più fragili dal punto di vista sanitario, esplode una nuova polemica che ha il sapore dell’urgenza e della responsabilità: la Rete Ictus – teoricamente pronta a partire il 12 settembre 2025 – è, nei fatti, un progetto inapplicabile. A dichiararlo, nero su bianco, è il Direttore Sanitario ASREM, Dott. Bruno Carabellese, in una lettera che dovrebbe far tremare le fondamenta della governance sanitaria regionale. Il documento, non pare essere una semplice comunicazione tecnica, ma mette a nudo una serie di incongruenze e carenze operative che rendono impossibile, nei tempi previsti, l’attivazione della Rete Ictus così come delineata dal Decreto Commissariale 100/2025.Dietro la patina della buona volontà politica si cela una realtà fatta di vuoti normativi, mancanze strutturali e opacità decisionali. Il progetto, fortemente promosso dai commissari Bonamico e Di Giacomo, si scontra con i limiti oggettivi del territorio: carenza di personale, strutture inadeguate, e soprattutto l’assenza di una Stroke Unit di II livello conforme ai criteri nazionali previsti dal DM 70/2015. È qui che si apre il caso Neuromed di Pozzilli, il partner privato designato come centro di riferimento per ictus emorragici e trombectomie. Tuttavia la struttura non sembra essere, almeno attualmente, in possesso dei requisiti tecnici e organizzativi per ricoprire tale ruolo. Un corto circuito che solleva interrogativi pesanti: si può affidare a una struttura non accreditata una funzione salvavita senza compromettere il diritto alla salute? La lettera del Dott. Carabellese, pur mantenendo un tono istituzionale, sembra lanciare un monito preciso: non si gioca con la salute delle persone per motivi di facciata politica. Ed è qui che il silenzio assordante della politica diventa intollerabile. A pochi giorni dalla presunta attivazione della Rete Ictus, non si registrano prese di posizione ufficiali da parte del Consiglio Regionale, né risposte chiare dai Commissari. Nessuna conferenza stampa, nessuna apertura al confronto, nessun passo indietro. Solo silenzio. Come se tutto potesse passare sottotraccia, nella speranza che i riflettori si spengano presto. Ma la salute pubblica non può essere messa in pausa. Un’altra nota dolente emersa dalla lettera riguarda l’accessibilità agli atti della struttura commissariale. Documenti che dovrebbero essere pubblici, fondamentali per comprendere la portata delle decisioni prese, sono invece trattati come materiali riservati. Un approccio che mina la fiducia dei cittadini e che alimenta sospetti e tensioni, in un contesto dove la chiarezza dovrebbe essere la prima garanzia. Il Dott. Carabellese ha denunciato l’inefficacia di un progetto mal strutturato, ponendo la salute dei cittadini al centro della questione. Ma il suo gesto, da solo, non basta. È tempo che la politica regionale esca dall’ambiguità, che risponda pubblicamente, che faccia chiarezza su come intenda garantire un sistema efficiente e realmente operativo per l’emergenza-ictus. Ogni giorno che passa senza una risposta è una sconfitta per tutti: per le istituzioni, per i medici, ma soprattutto per i cittadini molisani. È ora che qualcuno risponda. Davvero.






























