di Redazione

Atessa, Stellantis: meno 400 addetti dopo gli incentivi all’esodo. Il sindacato lancia l’allarme: “La transizione ecologica ci toglie il lavoro”.

Riprende la produzione nello stabilimento Stellantis di Atessa, ex Sevel, ma con 400 lavoratori in meno rispetto a prima delle ferie. Gli incentivi all’esodo, parte della strategia di “separation”, hanno ridotto sensibilmente la forza lavoro in uno degli impianti chiave del gruppo in Italia. Oggi si lavora su due turni invece di tre, con una produzione di circa 650 veicoli al giorno contro i 970 che lo stabilimento era in grado di realizzare a pieno regime. Il terzo turno, notturno, è sospeso da mesi. Nicola Manzi, coordinatore Uilm Abruzzo, lancia un appello a Stellantis e al Governo: “Questa transizione ecologica ci sta togliendo il lavoro. Serve una responsabilità sociale per tutelare l’industria dell’auto in Italia”. Le preoccupazioni sindacali riguardano anche l’indotto e l’occupazione futura, con la cassa integrazione attiva da giugno e il contratto di solidarietà in vigore fino a dicembre. Manzi sottolinea che il motore endotermico è ancora centrale per il Ducato, veicolo richiesto per uso lavorativo e apprezzato per affidabilità e prezzo. Tuttavia, l’elettrico stenta a decollare: appena 5-6 veicoli elettrici al giorno. “Bisogna creare le condizioni affinché il Ducato elettrico sia competitivo”, afferma. Il sindacato chiede anche un ripensamento delle politiche europee sullo stop ai motori endotermici previsto per il 2035, almeno per i veicoli commerciali. Nonostante tutto, Atessa resta un punto fermo per la produzione in Italia: nel 2024, su 462.000 veicoli prodotti da Stellantis nel Paese, ben 192.000 sono usciti dallo stabilimento abruzzese. “La speranza è che il mercato riparta. Il Ducato è ancora un pilastro dell’industria automobilistica italiana”, conclude Manzi.

fonte: https://www.ilcentro.it/

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