di Redazione
Mercoledì 30 luglio 2025, alle ore 19:00, Quaderni Meridionali apre un nuovo ciclo di incontri nel borgo molisano di Santa Maria Oliveto (Pozzilli, IS), con un evento dal titolo evocativo: “Storie dal Sud che non smettono di parlare — Teodoro Salzillo. Intellettuale e ribelle legittimista”. L’incontro avrà luogo in Piazza Seggio, e sarà aperto e chiuso da Rosanna Franchitti, presidente dell’Associazione culturale Noi Santamasariani, e moderato da Chiara Franchitti, teologa e coordinatrice del comitato di ricerca “Teodoro Salzillo”. Tra gli ospiti che interverrano, le figure di spicco di
- Mario Garofalo, Direttore Editoriale (autore della collana Quaderni Meridionali)
- Davide Monaco, architetto e studioso del Risorgimento molisano
- Franco Valente, architetto
- Silvana Di Ponio, infermiera professionale
- Fernando Riccardi, giornalista e scrittore
Una serata dedicata alla memoria sfumata di una figura storica complessa e trascurata: Teodoro Salzillo, uomo di pensiero, scrittore, e legittimista che incarnò la resistenza borbonica nel Molise. Nato nel 1826 a Santa Maria Oliveto (oggi Pozzilli), Salzillo si formò grazie all’istruzione impartitagli da uno zio prelato. In giovane età abbracciò idee liberali e partecipò ai moti del 1848. Tuttavia, con l’avvento delle camicie rosse garibaldine, mutò radicalmente posizioni: divenne militante legittimista, organizzando un gruppo di circa 1.000 effettivi composto da contadini, guardie municipali e gendarmi, attivo nella zona del Matese e dell’Isernino a sostegno dell’esercito borbonico. Combatteva fianco a fianco con le truppe regie in battaglie quali quelle di Isernia, San Germano (oggi Sant’Agapito) e le alture del Macerone. La sua banda era nota come “gli altri Mille” — in opposizione ai Mille di Garibaldi — una nomenclatura simbolica che restituisce il suo ruolo marginale, ma non meno combattivo. Pur autore di opere che spaziavano da saggi a poesie (almeno dodici titoli pubblicati entro il 1863), Salzillo rimase una figura poco studiata fino alle prime ricostruzioni locali nel tardo Novecento e i successivi convegni culturali nel Molise. L’incontro si inserisce in un progetto più ampio, ideato da Quaderni Meridionali, nato a Isernia con l’intento di ripensare criticamente la storia del Mezzogiorno attraverso figure rimaste ai margini della narrazione ufficiale. La collana ha esordito con l’opera di Mario Garofalo dal titolo “Resistenza, repressione e trasformazione sociale: il caso di Isernia nel decennio postunitario”, un testo che esplora il cuore del conflitto sociale e politico del Sud dopo l’unità d’Italia. L’obiettivo è restituire dignità a storie dimenticate o negate e offrire una lettura storica meno consolatoria e più inclusiva. In questo senso, Salzillo emerge come una figura simbolo: intellettuale legittimista, ribelle, resistente civile, la cui vicenda mette in crisi la narrazione classica del Risorgimento come unica storia di liberazione. La resistenza filoborbonica nel Molise non fu semplicemente nostalgia monarchica, ma un’opposizione radicata nel tessuto sociale locale, motivata da timori, identità e aspettative tradite. Documenti militari e studi recenti mostrano come il brigantaggio e i movimenti legittimisti fossero sostenuti da reti familiari, clero e aristocrazia locale, e che reagivano a un’unificazione vissuta come imposizione straniera. Il lavoro di storici come Garofalo e Monaco aiuta oggi a ricostruire quel quadro storico con rigore, restituendo complessità a un passato spesso ridotto a stereotipi.






























