Nel suo altissimo alveo il corso d’acqua sommerso dalla vegetazione , erbe e rifiuti ne impediscono la visuale.

“Il fiume San Bartolomeo di Venafro non c’è più ! E’ letteralmente scomparso !”. Questa l’incredibile notizia che da qualche giorno girava con insistenza in città, per cui in tanti hanno voluto constatare e vedere coi loro occhi, straniti da quanto apprendevano. Ed ecco spiegato il mistero, il fenomeno. Il San Bartolomeo ovviamente è sempre là, nasce nel cuore di Venafro e bagna la pianura e gli storici orti della città prima di entrare in territorio di Sesto Campano, solo che il suo altissimo corso -quello venafrano- è letteralmente sommerso e ricoperto da vegetazione fittissima, erba, alberi, plastica e rifiuti, che appunto lo ricoprono del tutto sottraendolo alla vista. Una realtà inimmaginabile, se non la si constata coi propri occhi. Un San Bartolomeo dimenticato ed abbandonato da tutto e da tutti, col risultato di apparire oggi un enorme ed impenetrabile boscaglia. Le lagnanze di quanti vivono e lavorano nei pressi del fiume : “Un tempo il San Bartolomeo – ricordano costoro- veniva periodicamente ripulito da vegetazione, plastica, rifiuti ed altro. Allo stesso modo c’era la cura dei suoi argini, per cui il fiume si presentava in attraenti condizioni e le sue acque risultavano utili alle coltivazioni ed a tant’altro. Oggi, diventato impenetrabile, il San Bartolomeo è in condizioni impossibili. Nessuno se ne può servire e l’esondazione delle sue acque sono ricorrenti non appena piove, essendo il letto intasatissimo, mentre la vegetazione assai fitta ai lati e nelle acque stesse lo ricoprono del tutto. Uno spettacolo bruttissimo ed assieme pericoloso !”. Ovvia l’urgenza d’intervenire restituendo decenza ed aspetto naturale al corso d’acqua ed agli argini, garantendo il lavoro dei campi, le coltivazioni orticole e la sicurezza dei residenti.
Tonino Atella






























