di Redazione
Oggi l’aula del Consiglio regionale del Molise ha ascoltato – ancora una volta – il monito del presidente Francesco Roberti: “fuori la politica dalla sanità”. A far notare l’ironia tragica, più che comica del momento è stato il consigliere regionale Andrea Greco, che ha denunciato pubblicamente la contraddizione. Infatti, proprio mentre Roberti pronunciava quelle parole, il Direttore Generale dell’ASReM, Giovanni Di Santo, firmava la nomina del dott. Giovanni Giorgetta come nuovo Direttore Sanitario dell’azienda. Giorgetta – fino a ieri responsabile del Distretto Sanitario di Termoli – è anche una figura politicamente riconoscibile: candidato alle ultime elezioni regionali nella lista Il Molise che vogliamo, a sostegno dello stesso Roberti e politicamente vicina all’eurodeputato Aldo Patriciello. Una coincidenza che, alla luce della dichiarazione “fuori la politica dalla sanità”, appare inevitabilmente carica di tensione. Il contrasto appare evidente. Sul banco degli imputati, resta la credibilità della parola pubblica: come fidarsi dell’affermazione solenne «la politica non entri nella sanità», se subito dopo vengono immesse nomine che hanno direttamente o indirettamente tinte politiche? E ora la domanda che moltissimi cittadini del Molise — e d’Italia — potrebbero porsi: chi decide davvero della sanità pubblica? I tecnici — o i politici? Il presidente Roberti ha invocato l’autonomia e la neutralità della gestione sanitaria: ma la nomina di un ex candidato politico come direttore sanitario sembra mandare un messaggio opposto. Quando i vertici della sanità coincidono con figure politicamente attive, si rischia di alimentare sfiducia nella trasparenza e nell’imparzialità delle decisioni. Non è solo un caso isolato: simili tensioni tra “parola” e “prassi” mostrano che, in molte realtà regionali, la separazione fra politica e sanità resta più teorica che reale.
Di seguito l’intervento in aula di Andrea Greco



























