di Redazione

“Lo stabilimento Stellantis di Termoli, un tempo simbolo dell’eccellenza meccanica italiana, vive oggi una delle crisi industriali più gravi della sua storia. Le recenti scelte aziendali, unite alla mancanza di un piano industriale chiaro e condiviso, stanno mettendo seriamente in discussione il futuro di centinaia di lavoratori e di un intero territorio. Dopo la fine della produzione dei cambi, avvenuta nel 2024 – dicono dalla FIOM TERRITORIALE TERMOLI e della RSA FIOM FCA TERMOLI – un nuovo duro colpo si profila all’orizzonte: entro maggio 2025 terminerà anche la produzione dello storico motore FIRE, con un impatto diretto su circa 450 lavoratori. Una chiusura che rappresenta non solo una perdita occupazionale, ma anche un vuoto tecnico e identitario per lo stabilimento. Le altre linee produttive, motori GME, GSE e V6, sono già oggi in forte sofferenza, segnate da continui stop dovuti alla diminuzione della domanda e a rallentamenti in altri impianti del gruppo Stellantis. A tutto questo si aggiunge un uso sempre più frequente della cassa integrazione e il ricorso a uscite incentivate, misure che stanno progressivamente riducendo la forza lavoro, senza offrire reali alternative. A rendere ancora più incerta la situazione è la sospensione a tempo indefinito del progetto per la Gigafactory di batterie elettriche, inizialmente annunciato come il futuro dello stabilimento e finanziato anche con risorse pubbliche. La joint venture ACC, che avrebbe dovuto realizzare l’impianto, ha infatti fatto un passo indietro e, ad oggi, non è stata comunicata alcuna nuova pianificazione. L’unico spiraglio futuro sembra essere rappresentato dalla possibile produzione di cambi per veicoli ibridi (eDCT), prevista per la prima metà del 2026. Tuttavia, anche questa prospettiva appare insufficiente: la produzione sarà graduale e coinvolgerà un massimo di 300 lavoratori a pieno regime, ben lontano dai numeri occupazionali storici dello stabilimento. In questo contesto, la FIOM-CGIL di Termoli lancia un appello forte e chiaro: servono investimenti veri e progetti industriali strutturati. Continuare con gli esodi incentivati non è una strategia, ma una lenta dismissione. È urgente che Stellantis presenti un piano industriale serio per Termoli, che il Governo e il MIMIT vigilino affinché gli impegni assunti, anche con fondi pubblici, siano rispettati, e che la Regione Molise faccia della difesa del proprio tessuto industriale una priorità politica. Infine, la FIOM chiede di convocare un Assemblea con tutte le organizzazioni sindacali e insieme ai lavoratori, decidere le azioni da intraprendere per difendere il futuro dello stabilimento e dell’occupazione. I firmatari del CCSL non devono avere timore di indicare chiaramente chi è il vero responsabile di questa situazione: Stellantis, che sta evitando ogni confronto reale e che, con scelte unilaterali, sta decidendo il destino di tutti gli stabilimenti italiani. La professionalità e la dedizione delle lavoratrici e dei lavoratori di Termoli meritano rispetto e risposte concrete. Il tempo delle promesse è finito.

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